La storia delle 28 edizioni della Marcialonga

La Marcialonga di Fiemme e Fassa è per ogni fondista una sorta di mito, un traguardo da conquistare a tutti i costi. Chiunque abbia calzato gli sci di fondo almeno una volta sogna di poter, un giorno, portare a termine la maratona di fondo più spettacolare ed amata d'Italia e dire con orgoglio "oggi c'ero anch'io".
La Marcialonga, del resto, è entrata a far parte dell'immaginario collettivo fin dalla sua nascita, nel lontano 1971. Da allora, ha continuato a coinvolgere migliaia di concorrenti (in media 5.000 per ogni edizione) e di spettatori, sempre pronti ad affollare il percorso nella sua interezza e ad incitare con calore e passione tutti i fondisti in gara. La storia della Marcialonga è fatta soprattutto da queste migliaia di protagonisti sconosciuti, dai concorrenti delle retrovie che arrancano verso il traguardo finale e dalle migliaia di persone che partecipano, in modo più o meno diretto all'evento. Dopo trent'anni, infatti, il fascino della Marcialonga è ancora intatto anche tra i valligiani, che da sempre collaborano con l'organizzazione per la riuscita della competizione e regalano momenti indimenticabili ai partecipanti con il calore del loro tifo.
Lo spettacolare tracciato di 70 chilometri fa il resto: un percorso affascinate lungo due delle più belle vallate dell'arco alpino, al cospetto delle inconfondibili vette dolomitiche, attraverso caratteristici paesi, che regalano scorci davvero unici e diventano un ricordo indelebile nella memoria di tutti i concorrenti. Tutti conoscono le immagini spettacolari della partenza dalla piana di Moena, quando un fiume di fondisti arranca lungo le prime erte nel tentativo di farsi spazio tra le migliaia di compagni di avventura; tutti hanno visto almeno una volta l'emozionante arrivo di Cavalese, con l'incoronazione del vincitore con l'alloro.
Sono queste le immagini che fanno della Marcialonga un autentico mito, che si rinnova di anno in anno e che quest'anno ripropone l'appuntamento domenica 27 gennaio 2002, con la ventinovesima edizione. Il calore della gente, la cordialità degli addetti ai punti di ristoro, contribuiscono, poi, a regalare intense emozioni a chi non corre con ambizioni di classifica; i colori e i suoni della competizione rimangono scolpiti per sempre nella memoria, mentre la soddisfazione di tagliare il traguardo a Cavalese ripaga di ogni fatica.
Sport e spettacolo si coniugano in un cocktail riuscito che garantisce, anno dopo anno, il successo della Marcialonga. Il folclore e l'ospitalità delle valli di Fiemme e Fassa, mescolate con lo spirito di amicizia e simpatia dei marcialonghisti, conferiscono alla manifestazione quel grado bilanciato di competitività che quasi trent'anni fa le venne attribuito dai suoi fondatori: Giulio Giovannini, Roberto Moggio, Mario Cristofolini e Nele Zorzi.
Oggi quel fascino rimane inalterato. Con le ventotto edizioni già riposte in archivio, la storia della Marcialonga è sempre piacevole da rileggere:
· 1. edizione - 7 febbraio 1971 (Km. 65) - Sono 1.064 i fondisti, in rappresentanza di otto nazioni, che danno vita all'esordio della Marcialonga nel mondo dello sci nordico. E' il trentino Franco Nones, medaglia d'oro tre anni prima nella 50 Km. delle Olimpiadi di Grenoble, a richiamare un bagno di folla lungo il percorso. Ma pure la curiosità e la novità di assistere a una gara di fondo aperta a tutti spinge la gente in Fiemme e Fassa: la gara si trasforma in una sfida azzurra vinta da Ulrico Kostner (3h 12' 51") davanti al favorito d'obbligo Franco Nones (3h 17' 42") e Franco Manfroi (3h 19'11").
· 2. edizione - 30 gennaio 1972 (Km. 70) - Lo strabiliante successo della prima edizione quadruplica il numero dei partecipanti: tra i 4.226 partenti si fa largo nelle prime posizioni il famoso Pauli Siitonen, diventato celebre ai bisonti nelle vesti di "padre" del passo pattinato. Il fondista finnico fa il vuoto alle sue spalle e conclude in 4h 13'15". Solo lo svedese Karl Aake Asph riesce a contenere il ritardo dal vincitore e conquista la seconda piazza (4h 15'12") davanti ad un altro finlandese: Alpo Virtanen (4h 16'28"). Il trionfo nordico fa passare in secondo piano il settimo posto dell'azzurro Felice Darioli, primo degli italiani.
· 3. edizione - 4 febbraio 1973 (Km. 70) - Viene superata la soglia dei cinquemila partecipanti: per l'esattezza sono 5.373 a prendere il via da Moena per affrontare la gara su un percorso perfettamente innevato. Gli scandinavi, maestri in questa specialità, provocano subito la selezione; in testa si forma un gruppetto di una dozzina di unità e solo i nostri Chiocchetti e Biondini riescono a rimanere nella loro scia. Nella salita finale lo svedese Lars Arne Boelling stacca gli avversari e conquista la vittoria (3h 45'01") con meno di mezzo minuto sul finnico Kalevi Oikarainen (3h 45'25"); terzo è l'italiano Tonino Biondini (3h 48'36") che riesce a strappare uno scalino del podio alla supremazia degli scandinavi.
· 4. edizione - 27 gennaio 1974 (Km. 50) - I volontari della Marcialonga compiono il miracolo: trasportano oltre 15.000 metri cubi di neve dalle montagne circostanti garantendo la percorrenza ai 6.520 partenti su un tracciato ridotto di 20 Km rispetto a quello originale; partenza dalla piana di Meida, anziché da Moena, e arrivo a Predazzo invece che a Cavalese. La forte andatura conferisce un epilogo inusuale a questa edizione: invece del solito campione, vince un norvegese del tutto sconosciuto alle cronache sportive. Si chiama Magnar Lundemo che totalizza un tempo di 2h 16'14"; secondo, a solo mezzo minuto, è lo svedese Lennar Petterson (2h 16'46") mentre Tonino Biondini (2h 17"27"), bissando il terzo posto dell'anno scorso, si riconferma il migliore degli azzurri.
· 5. edizione - 25 gennaio 1976 (Km. 50) - Dopo la scarsità di neve dell'anno precedente che ha portato all'annullamento dell'edizione 1975, e i dovuti scongiuri per una stagione cominciata bene ma poi proseguita senza alcuna precipitazione nevosa, gli organizzatori riescono a ripetersi nel miracolo del 1974 predisponendo il percorso ridotto già collaudato due anni prima. Sono 4.536 i partenti e la gara annovera i migliori fondisti azzurri, arrivati alla Marcialonga per contrastare l'egemonia scandinava. Finalmente, dopo due medaglie di bronzo, Tonino Biondini riesce a coronare il suo sogno di vincere la Marcialonga con un tempo di 2h 13'56", battendo allo sprint il norvegese Berg Leif (2h 14'00"). Terzo posto ad un altro azzurro: Luigi Ponza (2h 14'43") che con Biondini stava perfezionando l'allenamento in vista delle Olimpiadi di Innsbruck. Al decimo posto compare, per la prima volta alla Marcialonga, il nome di Maurilio De Zolt.
· 6. edizione - 30 gennaio 1977 (Km. 70) - Si torna sul percorso tradizionale, finalmente innevato in giusta misura e consistenza per poter offrire una giornata indimenticabile ai 4.012 fondisti schierati al via. De Zolt si rende protagonista con una lunga fuga solitaria per quasi sessanta chilometri. Quando tutti lo danno per vincitore, rimane vittima di una crisi di fame e nel finale viene raggiunto dal gruppetto dei suoi immediati inseguitori. Tra loro il francese Jean Paul Pierrat coglie tutti di sorpresa allungando il passo verso l'arrivo. Vince in 4h 05'06", rifilando più di un minuto allo svedese Matti Kousko (4h 06'39") favoritissimo dopo i suoi successi alla Vasaloppet del '74 e '76. Terzo è il suo connazionale Erik Wappling mentre De Zolt deve accontentarsi del settimo piazzamento.
· 7. edizione - 29 gennaio 1978 (Km. 70) - I 4.550 partenti festeggiano la svolta storica nella leggendaria Marcialonga: vengono finalmente ammesse alla gara anche le donne! Non dovranno più, come accadeva in passato, travestirsi da maschi usando persino barba e baffi finti per non correre il rischio della squalifica! La prima reginetta della Marcialonga è la francese, simpatica e carina, Dominique Robert (6h 17'55"), arrivata quasi due ore dopo il primo degli uomini, vale a dire l'azzurro Ulrico Kostner (4h 28'07") già vincitore della prima edizione, che ha battuto il mitico Pauli Siitonen (4h 28'41"). Maurilio De Zolt (4h 29'17"), classificandosi terzo, riesce finalmente a salire sul podio
· 8. edizione - 28 gennaio 1979 (Km. 70) - Chi sa rievocare una Marcialonga flagellata da vento e pioggia? Di sicuro tutti i 3.562 che sono partiti in questa edizione ricorderanno per tutta la vita l'immane fatica di quella giornata passata su quella pista fradicia che non finiva più. Una gara senza storia, decisa solo nel finale quando il finlandese Jorma Kinnunen ( 4h 19'04") è sbucato alla chetichella dal gruppone dei campioni sfidando le intemperie in cambio del gusto imparagonabile del successo. Alle sue spalle l'austriaco Rudolf Kapeller (4h 20'51") mentre il Grillo del Cadore, alias De Zolt, ha dovuto accontentarsi ancora della terza posizione (4h 21'19"). Tra le donne la badiota Maria Canins Bonaldi (4h 56'52") conquista la prima delle sue dieci vittorie consecutive alla Marcialonga.
· 9. edizione - 27 gennaio 1980 (Km. 70) - Al via sono in 4.028 mentre all'arrivo, come imponeva il pronostico della vigilia, sventola il vessillo dell'Unione Sovietica: Ivan Garanin (3h 31'23"), già vincitore di una Vasaloppet, batte in volata il connazionale Alexander Jurasov (3h 31'24") e l'inossidabile Pauli Siitonen (3h 31'25"). E' un arrivo mozzafiato e solo l'alleanza tra i due sovietici mette fuorigioco l'esperienza del "vecchio volpone" Siitonen. Primo degli italiani è Serafino Guadagnini, classificatosi dodicesimo. In campo femminile, Maria Canins ( 4h 08'47") domina le avversarie infliggendo addirittura più di tre quarti d'ora all'azzurra Silvia Giaccone, seconda classificata.
· 10. Edizione - 25 gennaio 1981 (Km. 70) - Nell'edizione del decennale, contornata da festeggiamenti e varie manifestazioni, si presentano al via in 4.657. Rispettato in pieno anche il pronostico di quest'anno con lo svedese Sven Ake Lundbaeck che, dopo l'oro olimpico a Sapporo nel '72, l'oro ai mondiali di Lahti nel '78, e una pioggia di medaglie nelle gare nazionali e di Coppa del Mondo, ha chiuso in bellezza la sua carriera stabilendo il nuovo record (3h 19'36") della Marcialonga. A una manciata di secondi giunge il francese Jean Paul Pierrat (3h 19'44"), già vincitore nel '77, e terzo è il sovietico Ivan Garanin (3h 20'26"), primo assoluto nella precedente edizione. Ancora Maurilio De Zolt è il primo degli italiani, ma questa volta ha dovuto accontentarsi del nono posto. Senza storia la Marcialonga "rosa" con il terzo successo di Maria Canins (4h 23'27") che ha surclassato tutte le sue avversarie.
· 11. edizione - 31 gennaio 1982 (Km. 70) - Sono in 4.685 i partenti: neve abbondante e ideale per dar vita ad una gara veloce ed emozionante. Fin dall'inizio si accende la sfida in casa degli scandinavi, con svedesi e norvegesi ad avvicendarsi al comando. La tattica usata dai norvegesi funziona meglio di quella svedese e finnica, e così Dag Atle Bjorkheim conquista vittoria e primato (3h 18'44") con l'aiuto del suo connazionale Magnar Rismyhr (3h 19'09") arrivato secondo. Terzo posto di consolazione alla Svezia con Ola Hassis (3h 19'37"). Renzo Chiocchetti, sesto, è il primo degli atleti azzurri mentre Maria Canins Bonaldi colleziona il suo quarto alloro consecutivo (3h 49'40"), migliorando il suo precedente primato.
· 12. edizione - 30 gennaio 1983 (Km. 60) - Un altro inverno avaro di neve saluta i 4.302 concorrenti che dovranno raggiungere il traguardo anticipato a Predazzo. Per tutta la gara l'austriaco Mayer tallona il nostro De Zolt, alla ricerca del suo primo alloro nella Marcialonga. Ma pure questa volta il "Grillo" deve dare l'addio ai suoi sogni di gloria: all'arrivo Mayer (2h 47'52") la spunta per un metro e De Zolt (2h 47'53") deve accontentarsi di recitare il ruolo di damigella d'onore. Terzo classificato lo svedese Lasse Frykberg (2h 48'15") che ha tentato invano di raggiungere il tandem Mayer - De Zolt, in fuga da metà gara. Tra le donne, quinto successo per Maria Canins Bonaldi (3h 11'36") con la solita finlandese Sisko Kainulainen alle sue spalle.
· 13. edizione - 29 gennaio 1984 (Km. 70) - Nasce la Minimarcialonga, gara sulla distanza di tre chilometri per i ragazzi di età compresa tra i sei e dodici anni. Nella classica di Fiemme e Fassa riservata agli adulti si presenta, fra i 3.925 partenti, l'agguerrita pattuglia svedese che non nasconde le proprie ambizioni di vittoria. Difatti gli atleti svedesi si insediano al comando fin dall'inizio e solo lo statunitense Endestad riesce a mantenere il loro ritmo. Finisce con Bengt Hassis (3h 33'19") che stacca di un mezzo minuto abbondante il connazionale Lasse Frykberg (3h 33'53") e l'americano Audum Endestad (3h 34'02") chiude al terzo posto. Il primo degli azzurri è Renzo Chiocchetti, soltanto in sedicesima posizione. Ancora prima tra le donne Maria Canins (4h 00'56") e seconda la finnica Kainulainen.
· 14. edizione - 27 gennaio 1985 (Km. 70) - Fra i 4.561 schierati sotto lo striscione della partenza c'è aria di festa: la fitta nevicata del giorno prima, il sole che sta per illuminare il blu cupo dell'alba e la vittoria di De Zolt ai mondiali caricano di entusiasmo gli atleti azzurri che vogliono riprendersi il titolo della maratona di Fiemme e Fassa ad otto anni dall'ultimo successo di Ulrico Kostner. Giulio Capitanio e Sepp Ploner eseguono a puntino il "treno" per Giorgio Vanzetta, reduce con una medaglia d'argento dai mondiali di Seefeld e deciso a far sua la Marcialonga. Ci riesce staccando tutti a metà gara e presentandosi da solo sotto lo striscione di arrivo, fermando il cronometro sul tempo di 3h 29'06". Questa volta sono gli svedesi a doversi accontentare dei piazzamenti d'onore con Bengt Hassis (3h 29'35") e Orjan Blomqvist (3h 29'40"). Il glorioso successo azzurro viene suggellato dalla settima vittoria di Maria Canins (3h 52'12") che ha ancora la meglio sulla Kainulainen mentre Bice Vanzetta, sorella di Giorgio, s'inserisce al terzo posto della classifica femminile.
· 15. edizione - 26 gennaio 1986 (Km. 70) - Partono in 4.963 e tra loro c'è anche lo scatenato De Zolt, deciso a dettar legge. Si piazza al comando del serpentone fin dall'inizio, tallonato dallo svedese Blomqvist e dallo svizzero Hallenbarter che tenta di superarlo all'ultimo chilometro. Il "Grillo" però questa volta non si lascia sorprendere e resiste a denti stretti bruciando l'elvetico allo sprint. De Zolt (3' 04'29") stabilisce il nuovo record e Konrad Hallenbarter (3h 04'31") porta la Svizzera per la prima volta sul podio della Marcialonga. Ancora bronzo di consolazione, come nella precedente edizione, allo svedese Orjan Blomqvist (3h 04'45"). Nuovo record e ottavo alloro consecutivo, invece, per Maria Canins Bonaldi (3h 33'55"), che ancora una volta relega al secondo posto l'eterna rivale Sisko Kainulainen.
· 16. edizione - 25 gennaio 1987 (Km. 70) - Nessuno, tra i 5.125 fondisti al via, avrebbe mai scommesso su una vittoria a pari merito. Eppure è successo con Maurilio De Zolt che, al fotofinish, ha tagliato il traguardo nel medesimo istante dello svedese Anders Blomqvist. E' un arrivo simile a quello di una volata ciclistica, con un grappolo di uomini che hanno dato vita a uno sprint inusuale per una gara di sci di 70 chilometri. A Maurilio De Zolt e Anders Blomqvist i giudici assegnano la vittoria ex aequo con il tempo di 3h 05'05"; l'italiano Albert Walder (3h 05'06") è terzo alle loro spalle. Nel giro di due secondi si classificano sette concorrenti, di cui quattro svedesi. E' per questo che i piazzamenti di De Zolt e Walder valgono il doppio. Con 3h 44'e11" Maria Canins aggiunge un'altra vittoria alle otto già conquistate nella Marcialonga di Fiemme e Fassa.
· 17. edizione - 31 gennaio 1988 (Km. 64) - Al via si presentano in 5.245. Il percorso è stato ridotto nella parte finale di sei chilometri e anche in questa edizione è Maurilio De Zolt a fare l'andatura. Salire sul gradino più alto del podio per il terzo anno di fila sarebbe un lusso che pochi si possono concedere. Ma questa volta è il forestale Walder ad infrangere i sogni di gloria del "Grillo" e dell'elvetico Hallenbarter, per la terza volta consecutiva battuto allo sprint. Solito fotofinish, divenuto ormai una prassi per l'alta levatura tecnica della Marcialonga, ma in questa circostanza il verdetto è inconfutabile: vince Albert Walder (2h 36'43") davanti a De Zolt e a Konrad Hallenbarter, tutti e tre classificati con lo stesso tempo. Poco dopo, in un tripudio di folla, Maria Canins (2h 57'50") infila la sua decima corona di alloro consecutiva, un record destinato forse a rimanere imbattuto negli annali della Marcialonga.
· 18. edizione - 26 gennaio 1991 (Km. 70) - Dopo due anni di... vacanze estive (la persistente assenza di neve ha costretto gli organizzatori ad annullare la Marcialonga per due volte consecutive), si torna sul tradizionale percorso da Moena a Cavalese. In 4.492 si ritrovano alla partenza e lo scalpitante De Zolt vuole vincere a tutti i costi: è l'anno dei mondiali di Fiemme e gli azzurri non vogliono sfigurare nella Signora delle Gran Fondo, come tale è considerata la Marcialonga. A 15 Km. dall'arrivo il "Grillo" insiste in una sequenza di scatti a ripetizione che frazionano il gruppo dei primi. Questa volta non c'è la volata finale: De Zolt si presenta tutto solo e vince (2h 54'13") migliorando il record della manifestazione che egli stesso stabilì nell'86. Lo svedese Ander Blomqvist (2h 54'43") nulla può contro la potenza e la caparbietà del "Grillo" bellunese e si accontenta della piazza d'onore precedendo il russo Andrey Kukrus (2h 55'01"). In campo femminile, tramontato il glorioso decennio Canins, comincia l'epoca Dal Sasso: Guidina, alla sua prima Marcialonga, conquista titolo e primato (3h 16'29").
· 19. edizione - 26 gennaio 1992 (64 Km.) - Tracciato ridotto anche per questa edizione e per i 4.352 concorrenti, sei chilometri in meno rappresentano pur sempre un bella dose di fatica risparmiata. Ma non per Maurilio De Zolt, reduce dal titolo italiano conquistato nella 50 Km. di Sappada e partito con l'intento di conquistare la sua quarta vittoria alla Marcialonga. Ci riesce alla grande fermando il cronometro sul tempo di 2h 32'57". Sembra quasi un ritorno alle origini: podio tutto italiano, come avvenne solo nella prima edizione, con De Zolt, Silvano Barco (2h 33'07") ed Elio De Martin Pinter (2h 33'25"). La classifica femminile è dominata dalla russa Tatiana Bondareva, campionessa mondiale juniores nell'87 e nell'88.
· 20. edizione - 31 gennaio 1993 (Km. 55) - Ancora un anno di sole e... primule! Peccato, perché gli organizzatori ci tenevano tanto a festeggiare il ventennale sul classico percorso di 70 Km. Al via si presentano in 4.823 e De Zolt rimane imbottigliato proprio alla partenza, lasciando scappare il campione russo Michail Botvinov che gareggia in perfetta solitudine fino al traguardo, vincendo in 2h 02'01". De Zolt è comunque secondo (2h 04'06") mentre lo spagnolo Juan Gutierrez, che vincerà poi nel '99, si piazza al terzo posto (2h 04'14"). Trionfo russo anche fra le donne; Tatiana Bondareva conquista l'alloro precedendo le connazionali Nataljia Tschernych ed Eugenia Bitchougova.
· 21. edizione 30 gennaio 1994 (45 Km.) - Ancora neve scarsa e ancora percorso ridotto fino a Predazzo. Tuttavia i 3.959 fondisti presentatisi alla partenza non hanno disertato l'appuntamento con la classicissima delle Gran Fondo, anche se avrebbero preferito sciare con qualche centimetro di neve in più e qualche filo d'erba in meno. Gara corta e quindi ritmo sostenuto: sul rettilineo d'arrivo si presentano in cinque e finisce come nell'87, con uno sprint al fulmicotone che induce i giudici ad assegnare la vittoria ex aequo a Silvano Barco e al tedesco Mühlegg (1h 47'40"). Proprio come avvenne sette anni prima, con la spartizione dell'alloro tra De Zolt e lo svedese Blomqvist. Terzo posto per l'azzurro Gaudenzio Godioz (1h 47'40") che, al fotofinish, ha avuto la meglio sullo spagnolo Gutierrez e su Giorgio Vanzetta. Nella Marcialonga al femminile, ancora un podio tutto russo grazie al successo di Elena Kalughina, seguita da Anastasia Krivonogova e da Eugenia Bitchougova.
· 22. edizione - 29 gennaio 1995 (Km 65) - Per ragioni di sicurezza viene mantenuto il percorso accorciato nell'ultimo tratto: 3.301 i partiti con gran lavoro di italiani e svedesi al comando. E come recita un vecchio adagio, tra i due litiganti il terzo gode. Il transalpino Herve Balland ne approfitta e sfugge al controllo del gruppetto di testa vincendo (2h 4'10") a sorpresa e riportando le note della marsigliese in Val di Fiemme dopo diciott'anni dalla vittoria di Pierrat. Lo svizzero André Jungen (2h 34'15") è secondo mentre l'italiano Davide Barbazza (2h 34'16"), con il suo terzo posto conquistato d'un soffio sul compagno di squadra Faustino Bordiga, consente ai colori azzurri di sventolare sul podio per la nona volta consecutiva. Eugenia Bitchougova finalmente conquista la sua prima vittoria fra le donne, precedendo l'austriaca Maria Theurl. Maria Canins si piazza al quarto posto.
· 23. edizione - 28 gennaio 1996 (Km. 70) - Si torna sul tracciato classico che viene affrontato dai 3.941 concorrenti. Percorso velocissimo e condizioni ideali per migliorare il primato, anche per le modifiche e i tanti accorgimenti che hanno reso più scorrevole la pista. Tre italiani (De Zolt, Vanzetta e Pozzi) e uno spagnolo (Ribo) ravvivano la gara fino all'ultimo chilometro, presentandosi poi da soli sul rettilineo finale di Cavalese. Nell'ennesimo sprint al fotofinish della Marcialonga vince Maurizio Pozzi (2h 40'29") e migliora il record stabilito nel '91 da De Zolt. Vanzetta conquista la piazza d'onore mentre l'iberico Jordi Ribo, sempre con lo stesso tempo di Vanzetta e Pozzi, riesce ad inserirsi al terzo posto davanti a De Zolt. Seconda vittoria e record anche per Guidina Dal Sasso (3h 00'16") che, tornata a gareggiare nella classicissima di Fiemme e Fassa, si mette alle spalle le blasonate avversarie russe.
· 24. edizione - 26 gennaio 1997 (Km. 70) - Fra i 3.723 partiti, si rivede quel Michail Botvinov, campione di indiscusse qualità, che annuncia di esser tornato in Val di Fiemme per bissare il successo del '93. Parte in quarta francobollato a vista da Vanzetta, Barco e da Gutierrez. I quattro guidano la testa del serpentone per l'intera gara fino a quando lo zar Botvinov decide, sulla salita finale, di farla finita. E se ne va, tutto solo, presentandosi al traguardo (2h 49'52") davanti all'iberico Juan Gutierrez (2h 50'04") e al nostro Silvano Barco (2h 50'07"). Nella categoria femminile le russe non riescono nemmeno questa volta ad avere la meglio su Guidina Dal Sasso che vince la sua terza Marcialonga (3h 08'32") davanti alla Bitchougova e alla Grigorieva.
· 25. edizione - 25 gennaio 1998 (Km. 63) - Dal plotone dei 4.506 concorrenti, si mettono subito in luce il solito russo Botvinov, seguito nella scia dagli azzurri Bordiga, Vanzetta, Zorzi e dagli iberici Gutierrez e Ribo. E ripetendo il copione delle passate edizioni, il russo, che corre in Coppa del Mondo per la nazionale austriaca, nel finale saluta tutti e se ne va. Conquista la sua terza vittoria alla Marcialonga (2h 28'31") mentre lo spagnolo Juan Gutierrez (2h 28'49") deve ancora accontentarsi del posto d'onore. Faustino Bordiga (2h 29'04") precede la pattuglia azzurra conquistando il terzo posto. Fra le donne ancora un successo per Guidina Dal Sasso (2h 48' 43"), che precede la russa Slesareva. Torna sul podio anche Maria Canins, ottenendo il terzo posto in classifica.
· 26. edizione - 31 gennaio 1999 (Km. 70) - Poco meno di 4.000 fondisti al via, tra cui il tedesco Mühlegg, affiliato però alla federazione iberica, dato per favorito assieme al suo connazionale (si fa per dire) Juan Gutierrez, alla ricerca di quella vittoria strappatagli da Botvinov nelle ultime due edizioni. I due iberici s'involano in una fuga durata tutti i settanta chilometri e negli ultimi cento metri Johann Mühlegg, che avrebbe ancora tanta di quella birra in corpo da spendere, si ferma ad aspettare l'amico Juan Jesus; lo piglia sottobraccio e insieme i due tagliano il traguardo (2h 56'10"). E' la terza volta che la vittoria della Marcialonga viene assegnata ex aequo. Ma questa volta il fotofinish non è servito. I due erano d'accordo per scrivere un simile epilogo all'ultima Marcialonga del millennio che se ne va. E bravo è stato anche Gaudenzio Godioz (2h 58'38") che, classificandosi terzo davanti a Vanzetta e allo statunitense Swenson, ha dato all'Italia il tredicesimo podio consecutivo. Nella categoria femminile Guidina Dal Sasso (3h 24'29") ha collezionato il suo quinto successo battendo la quotata russa Nadiy Simak.
. 27. edizione - 30 gennaio 2000 - Il 2000 segna la nascita della FIS Marathon Cup, la Coppa del Mondo delle maratone di fondo a cui ha dato il via proprio la Marcialonga. I 4382 iscritti prendono il via sotto un fastidioso nevischio che non impedisce però a Maurizio Pozzi e Fulvio Valbusa di prendere subito il comando tallonati da un drappello di 12 atleti agguerriti, guidati dagli uomini delle Fiamme Gialle. La discesa da Canazei è resa difficoltosa dal fondo inzuppato d'acqua, dopo che la neve si è trasformata in un'insistente pioggerella. Come sempre è la salita finale a determinare l'esito della gara: Fulvio Valbusa rompe gli indugi e sferra l'attacco decisivo riuscendo a mettere qualche centinaio di metri tra sé e gli immediati inseguitori. Un vantaggio che rischia di sprecare sul traguardo quando rallenta il passo per festeggiare, tra le ovazioni del pubblico. Il valdostano Follis e il trentino Giacomel per poco non approfittano della distrazione dell'azzurro che riesce comunque a tagliare per primo il traguardo con il tempo di 3h 08'33.2'', precedendo di pochi centesimi Leonardo Follis (3h 08'33.7'') e Fabio Giacomel (3h 08'33.9''). In campo femminile la sfida è tra l'azzurra Sabina Valbusa e la russa Svetlana Nageikina. Vince la russa, scattata sulla salita finale, che chiude con il tempo di 3h 14'49''. Stremata dallo sforzo nel tentativo di tenere il ritmo della vincitrice, la Valbusa chiude al terzo posto (3h 17'39'') alle spalle anche dell'austriaca Maria Theurl (3h 16'21'').
. 28. edizione - 28 gennaio 2001 (Km. 70) - La ventottesima edizione della Marcialonga parla ancora una volta straniero. Moena, la "Fata delle Dolomiti", ha visto la partenza dei 4.200 iscritti. La gara, svoltasi in una splendida cornice di sole, procede con regolarità fino ai piedi della "cascata", la temibile salita finale che porta a Cavalese, da sempre punto decisivo per la conquista della vittoria. Fino ad allora i migliori avevano viaggiato compatti, con gli uomini delle Fiamme Gialle di Predazzo e delle Fiamme Oro di Moena sempre in prima fila. Appena il terreno ha iniziato a salire è scoppiata la bagarre con Giorgio Vanzetta, dato tra i favoriti, attardato a causa della rottura di un bastoncino e gli altri italiani incapaci di rispondere all'attacco di Juan Jesus Gutierrez, ancora una volta grande protagonista. Gli unici riusciti a tenere il passo dell'iberico sono stati l'austriaco Alois Blassnig e il francese Stephane Passeron, che comunque nulla hanno potuto contro il veemente sprint finale di Gutierrez, andato così a conquistare la sua seconda vittoria alla Marcialonga dopo l'affermazione ad ex-aequo del 1999 con Johann Mühlegg. Dietro a lui Blassnig e Passeron nell'ordine, mentre il primo degli italiani è stato il forestale Roberto de Zolt, piazzatosi al 4° posto ad una manciata di secondi dal primo arrivato. Senza storia la competizione femminile con il dominio incontrastato della russa Irina Skladneva, sempre in testa dall'inizio alla fine, che ha preceduto la connazionale Nadezhda Slesareva e Eugenia Bitschougova, russa naturalizzata italiana alla sua decima Marcialonga.
. 29. edizione - 27 gennaio 2002 (Km. 70) - Anche nel 2002 spetterà alla Marcialonga l'onore di inaugurare la FIS Marathon Cup, la prestigiosa Coppa del Mondo delle maratone di fondo che, con sei competizioni di grande fascino, eleggerà gli specialisti delle granfondo. La Marcialonga è ormai un appuntamento fisso per la FIS Marathon Cup, a conferma dell'ottimo lavoro svolto dal comitato organizzatore e del fascino esercitato da questo evento che, anno dopo anno, continua ad essere la gara di fondo più amata, più ammirata e affollata d'Italia. L'appuntamento è dunque fissato per il 27 gennaio 2002, per scrivere un'altra bella pagina di festa e di sport.

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